Questi due piatti di riso che avevo preparato tempo fa a casa di una mia carissima amica di Venezia, Teresa
ricordando i bei tempi, quando a casa nostra, a Teheran, mia mamma faceva tanti piatti
deliziosi e colorati.
Nella cucina di casa nostra a Teheran erano sempre presenti nell’aria fragranze di erbe aromatiche, spezie e riso basmati mescolato allo zafferano. Sento ancora il profumo meraviglioso del ripieno di verdure e foglie di vite, Dolmeh, della cucina di mia Maman Badry.
Il popolo iraniano è un popolo molto ospitale. In tante case il Samovar, il bollitore per fare il tè, è sempre acceso durante il giorno per ricevere ospiti e passare momenti piacevoli assieme.
In Iran si usa molto fare visita a casa di amici e parenti, e a casa nostra quando gli zii e le zie ed i cugini venivano a passare un pomeriggio con noi, mio papà “Agha Joon” chiedeva sempre loro di fermarsi a mangiare con noi. Per questo mia mamma cucinava spesso abbondante.
I parenti sapevano che, quando venivano a visitarci nel pomeriggio, una buona cena era sempre assicurata.
In Iran si usa molto fare visita a casa di amici e parenti, e a casa nostra quando gli zii e le zie ed i cugini venivano a passare un pomeriggio con noi, mio papà “Agha Joon” chiedeva sempre loro di fermarsi a mangiare con noi. Per questo mia mamma cucinava spesso abbondante.
I parenti sapevano che, quando venivano a visitarci nel pomeriggio, una buona cena era sempre assicurata.
Invece se non c’era abbastanza cibo per gli ospiti mio papa' Agha Joon, mandava mio fratello Sharam a prendere i kabab da fuori. E Sharam tornava a casa con un vassoio profumato di kabab kubideh, spiedini di carne tritata alla brace con pomodori grigliati, tutto avvolto in pane taftun, accompagnati dai mazzetti di Reyhan, una profumatissima erba aromatica che veniva sempre offerta dai Kababi, i negozi di Kabab.
Era una delizia mangiare quel pane taftun che durante il tragitto di Sharam dal Kababi’ a casa aveva assorbito tutto il buonissimo sugo di carne.
Un tempo, in tutte le case in Iran i pasti venivano serviti su una tovaglia, detta Sofreh, سفره , stesa su di un tappeto, e si mangiava tutti attorno a questa tovaglia, inginocchiati o con le gambe incrociate, qualcuno appoggiando la schiena su comodi cuscini detti Poshti, پشتی .
Questa abitudine esiste tuttora ma, per la comodità e lo stile di vita moderno, in tante case si mangia tutti a tavola. Mentre questa usanza è rimasta ancora in tantissime famiglie tradizionali in Iran, soprattutto nelle province, campagne e villaggi.
Sul sofreh già dall’inizio vengono messi gli antipasti “Maze”, مزه , il pane, نان , “Nan”, erbe aromatiche fresche “Sabzi Khordan”, سبزی خوردن , il formaggio, le insalate, yogurt, e i sottaceti Torshì, ترشی , il riso e le pietanze che lo accompagnano, tutti contemporaneamente.
Si comincia gustando pane e formaggio assieme alle erbe aromatiche.
E dopo si gustano i piatti principali. I dolci e la frutta si portano alla fine, ed anche il tè, spesso servito dal Samovar, oltre ad essere bevuto durante tutto il giorno viene anche sorseggiato alla fine del pasto. Durante i pasti normalmente si beve acqua, succhi di frutta o bevande analcoliche come Coca Cola o Sprite, oppure “Dough”, دوغ , la bevanda a base di yogurt, acqua gasata e menta essiccata.
Sino ai tempi dello Scia di Persia, cioè fino al 1979, il vino veniva consumato in alcune case, ma adesso è proibito dal governo islamico, mentre nell’antica Persia il cibo si gustava anche col vino.
Il famoso poeta medioevale persiano Omar Khayyam dimostra questo parlando sempre del vino nelle sue bellissime quartine.
Questa bottiglia di vino è di un vino rosso toscano, con il nome di Omar Khayyam, e con una delle sue quartine scritte in persiano.
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Omar Khayyam, nato a Nishapur nel Khorasan (Persia nord-orientale) nel 1048 e morto nel 1132.
E' stato il poeta mediorientale più famoso in Occidente per aver cantato il vino.
Oltre che poeta, fu anche astronomo, matematico e filosofo, e per questo in Iran dai suoi tempi fino ad oggi viene chiamato Hakim Omar Khayyam.
Le sue "quartine" sono state introdotte in Europa grazie alle traduzioni dello scrittore inglese Edward Fitzgerald (la prima edizione risale al 1859).
Alcuni produttori di vino nel mondo dedicano parte della loro produzione a Omar Khayyam e, come vedete sulla bottiglia, mettono le sue bellissime quartine scritte in persiano e tradotto in lingua del paese della produzione
Vi traduco le sue due quartine scritte su queste due bottiglie di vino bianco e rosso
prodotte negli Stati Uniti d'America.
Passa il tempo con il vino lungo un ruscello
E lascia allontanarsi il dispiacere
La nostra vita dura come una rosa, alcuni giorni
Sii sorridente e gioioso e vivi questa vita
e
Bevi vino, che vita eterna è questa vita,
E questo è tutto quel ch'hai della tua giovinezza;
Ed or che c'è vino, e fiori ci sono, e amici lieti d'ebbrezza,
Sii lieto un istante ora, che questa, questa è la Vita.
E altre sue quartine sul vino :
Mi dice la gente: “Gli ubriachi andranno all’inferno!
Ma son parole queste prive di senso pel cuore:
se dunque andranno all’inferno i bevitori e gli amanti,
vedrai il Paradiso domani nudo come palmo di mano!
E questo è tutto quel ch'hai della tua giovinezza;
Ed or che c'è vino, e fiori ci sono, e amici lieti d'ebbrezza,
Sii lieto un istante ora, che questa, questa è la Vita.
E altre sue quartine sul vino :
Mi dice la gente: “Gli ubriachi andranno all’inferno!
Ma son parole queste prive di senso pel cuore:
se dunque andranno all’inferno i bevitori e gli amanti,
vedrai il Paradiso domani nudo come palmo di mano!
Ogni attimo che passa veloce della tua vitanon lasciare che passi altro che in buona allegrezzaSappi che il capitale vero del gran commercio del mondoè la vita, la vita che passa come tu sai passarla.
Se non bevi vino, non rimproverare chi si ubriaca
E non cominciare a intrecciare astuzie e inganni
Non essere poi cosi' fiero di non bere il vino, che' di certo
cento bocconi ingoi di cui il vino e' umile servo.
E non cominciare a intrecciare astuzie e inganni
Non essere poi cosi' fiero di non bere il vino, che' di certo
cento bocconi ingoi di cui il vino e' umile servo.
In Iran la produzione del vino veniva fatta soprattutto nella bellissima città di Shiraz per la qualità delle uve rosse dei tantissimi vitigni della città.
Shiraz è un vitigno rosso che è stato esportato nelle zone più calde di Australia e Francia, e successivamente in tutto il mondo, dove continua ad essere prodotto mantenendone il nome.
E mio marito Guido, quando ha scoperto uno dei nostri piatti più buoni, Khoresh Ghorme Sabzi, mi diceva: Come fanno a proibire il vino in Iran ? Come si fa a mangiare un piatto come il ghorme sabzi e non bere vino rosso assieme ?