giovedì 24 novembre 2016

Una Persiana a Venezia, Racconti e Ricette 3




Questa mia foto risale ai tempi che ho lasciato il mio adorato paese Iran



I miei racconti continuano cosi' :


Ho lasciato Teheran, il 15 agosto ‘84, e la mia vita è totalmente cambiata. Ho fatto il viaggio con mio fratello Sharokh; dopo la morte di mio papà, Agha joon, nell’82 è stato Sharokh a prendere in mano l'attività di mio padre e avere cura di noi. Sharokh, con il suo cognato e socio d'affari Fariborz, faceva import/export di pezzi di ricambio per automobili con gli spagnoli, e loro due avevano comprato un appartamento a Sitges, una cittadina di mare famosa per i gay, a 34 kilometri da Barcellona. Con Sharokh avevamo preso l’aereo da Teheran per Francoforte, e la nostra destinazione finale era Madrid e io dopo qualche giorno andavo a Sitges.

Era la prima volta che prendevo un aereo; prima di quel viaggio ne avevo fatto uno in Turchia e Grecia con l'università, molto piacevole, ma in pullman.

Appena l'aereo è decollato da Teheran si è fatta una lunga coda di tutte le signore davanti alle toilette per truccarsi e togliersi il foulard e soprabito obbligatori, imposti dalla repubblica Islamica.

In Iran tutte le donne sono costrette a coprire e nascondere i capelli,  le loro grazie e curve  mettendo i soprabiti larghi e foulard in testa quando escono da casa. Naturalmente ci sono quelle che sono praticanti, e loro lo fanno volentieri , ma la maggior parte delle donne sono costrette a coprirsi in pubblico, e non obbedire vuol dire la prigione. Allora immaginiamo che gioia grande per le donne iraniane liberarsi da tutto ciò, una volta che sono in volo, via dall'Iran.

E arrivati a Francoforte, aspettando l'aereo per Madrid, vedevamo alcune di quelle signore che erano in aereo uscire dai bagni dell'aeroporto, ancora più belle ed affascinanti di prima.

Al nostro arrivo a Madrid vedevo tutto il mondo colorato, i Grandi Magazzini, passavo ore dentro il grande magazzino “El Corte Engles”, la gente allegra e vestita leggera e divertente, supermercati pieni di tutti prodotti, profumi nell'aria, la notte vivace e tanti locali aperti fino a tardi con la musica, vedevo fidanzati baciarsi in pubblico, anche con la lingua!

Tutto per me era straordinario e mi faceva felice, ma allo stesso tempo mi faceva pensare all'Iran, e alla sua vita esattamente al contrario di quella che trovavo a Madrid, ai giovani, alla mia famiglia e ai miei parenti.

In Iran poco dopo la rivoluzione del '79 e subito dopo la guerra con l’Iraq, tanti prodotti indispensabili per mangiare come riso, olio, carne, latte, uova, etc., cominciavano a scarseggiare. Questi prodotti si potevano prendere a prezzo adeguato solo con dei coupon distribuiti alle famiglie dal governo in ogni quartiere. La quantità era molto limitata, ridicola, per esempio un chilo di pollo alla settimana per una famiglia di quattro persone.

E poi si trovavano quasi tutti i prodotti a prezzo di mercato nero, 10/15 volte più del prezzo normale, nei negozietti piccoli; supermercati grandi con scelta di tanti prodotti non esistevano. Ogni quartiere avvisava che, per esempio, era uscito il coupon n.1 per il pollo, oppure il n.3 per le uova, e per parecchio tempo l'argomento di parenti e famiglie era dare la notizia di quale coupon abbinato a quale prodotto era uscito, e naturalmente si doveva fare la coda davanti ai negozi per prendersi la roba da mangiare.

Allora potete immaginare che gioia e rabbia per un iraniano vedere all'estero tutto il ben di Dio a scelta, al prezzo normale, e non al mercato nero e col prezzo alle stelle.

Una rabbia vedere fuori all'estero,  i ragazzi, giustamente, mano in mano in pubblico a baciarsi e a scambiarsi affetto, e in Iran vedere le guardie dei Pasdaran per le strade a controllare se le ragazze erano coperte dalla testa ai piedi, anche in estate con 40 gradi, arrestare le donne, secondo loro troppo truccate e provocanti se avevano rossetto sulle labbra, oppure portare via due giovani fidanzati perché mano nella mano, e interrogarli sulla loro parentela, se sono sposati o no.

C'erano donne “guardie della rivoluzione” in macchina che giravano per le città a  "dare lezione" alle povere donne che uscivano truccate, queste guardie mettevano una lama dentro il fazzoletto, e facendo finta di toglierle il rossetto davano un taglio, e naturalmente insultavano il compagno della donna dicendo che lui è uno senza pudore a lasciar uscire la sua donna in modo così “volgare”. In Iran con la Repubblica islamica il diritto di ogni donna di vestirsi bene e truccarsi e farsi bella per uscire era diventato un crimine, e la gente, se non rispettava le regole, veniva punita con insulti molto umilianti e arresti...........




Continua




                                                             

venerdì 18 novembre 2016

Una Persiana a Venezia, Racconti e Ricette 2




 Cari amici miei continuo a raccontarvi le mie piccole storie dell'Iran e di Venezia e oggi vi presento anche una ricetta molto popolare in Iran e molto facile da preparare.
                                     Kukù Sibzamini, la Frittata di Patate con Curcuma




Con la mia amatissima Sorella Nazy in Iran, quando eravamo ragazzine
e cucinavamo Kukù




E le mie storie di vita cominciano cosi' :



Mi chiamo Shoreh, anzi Shohreh con tre h, io quella h in mezzo la tolgo via per semplificare.  Addirittura alcune delle mie amiche anziane di Venezia mi chiamano Shor.
Shohreh in persiano vuol dire celebre.

Tutta la mia passione per la cucina è cominciata dopo il matrimonio; nel mio adorato paese Iran non ne volevo sapere di cucina, cucinava sempre mia madre, Maman Badry, una brava cuoca, e le mie sorelle Nazy e Shahla. Mia cara Nazy seguiva i corsi di cucina di mia cugina Pari, bravissima ed esperta di cucina persiana ed internazionale. Nazy aveva imparato a fare tanti piatti stranieri, e dolci meravigliosi; mi ricordo ancora la sua bellissima e deliziosa torta charlotte alle fragole, e biscotti secchi alle noci e vaniglia, andavamo matti per quelli, e poi beef stroganov e anatra all'arancia che per noi iraniani erano piatti diversi dai nostri soliti, e naturalmente le prime volte che li mangiavamo era veramente una cosa meravigliosa.

Facevamo, come tutti gli iraniani, pranzi e cene con tanti parenti ed amici e Nazy, una volta diventata brava con il corso di cucina, faceva spesso lei da mangiare con i suoi piatti succulenti e decorati alla grande.

Lei, quando cucinava, con i suoi piatti elaborati, non faceva altro che sporcare recipienti e pentole, una confusione enorme in cucina, e naturalmente io, per l'amore di mia sorella, le ero sempre vicina a pulire e ordinare tutto. Alla fine del pranzo o cena gli ospiti dicevano sempre: “Nazy jan (Cara Nazy) grazie, Nazy jan tutto era delizioso, brava Nazy jan ti sei stancata tanto”. E un giorno non ci ho più' visto, e con ironia ho detto a Madarjoon, la suocera di mio fratello, quella che ringraziava sempre più di tutti: “Allora! Dovete ringraziare di più me che ho fatto più fatica di mettere a posto la cucina”. E tutti sono scoppiati a ridere.

Qualche volta cercavo di cucinare: un giorno Nazy e la mia cara cugina Farideh, piu' grande di noi, stavano cucinando Kukù sibzamini, la frittata di patate con curcuma, eravamo lì che stavamo chiacchierando, allora ho voluto aiutarle e, appena loro hanno finito di sbucciare le patate bollenti, ho aggiunto subito le uova e tutte due hanno gridato: “Ma no!!! Cosa stai facendo?”. Infatti ho visto subito le uova cuocersi dentro le patate bollenti. Che figura!!!
E la mia cara Farideh, tanto per incoraggiarmi, mi faceva sempre presente nei suoi discorsi quell'episodio e diceva “Shoreh jan, è meglio che non ti interessi di cucina”, in parole povere voleva dire “continua con la pulizia”.

Mi ricordo, mi ero appena sposata a Venezia e ancora vivevo con i miei suoceri, per la prima volta avevo fatto una serie di antipasti belli e colorati, e non vedevo l'ora di mandare a Farideh le foto del mio capolavoro. E lei, appena aveva visto le foto, mi ha fatto tanti complimenti e diceva “Brava Shohreh, non ci posso credere, ti ricordi quella volta delle uova?!”

Dopo per Farideh cercavo sempre di tagliare dai giornali le ricette belle con piatti squisiti e colorati, e mandarle  per posta in Iran, e un giorno mi ha detto: “Shohreh jan, non mandarmi più le ricette perché mi fanno solo rabbia, qui non posso trovare tutti gli ingredienti”.
E questo veramente mi dispiaceva tanto..........



Continua...................






Questo e'  Kukù Sibzamini, la frittata di Patate alla curcuma, l'ho fatto altro giorno e lo dedico alla mia carissima cugina Farideh con grande nostalgia. Lei vive in Iran e  da tanti anni che non ci vediamo.






                              A Voi la mia Ricetta di Kukù Sibzamini - Frittata di Patate
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Kukù, con accento sulla u, sono delle frittate a base di uova, verdure, spezie ed erbe aromatiche.
I Kukù sono veloci e facili da preparare e, quando non si ha tempo di fare piatti un po’ elaborati, sempre ci si mette in cucina con verdure, uova e spezie e in poco tempo la frittata è pronta.


Ingredienti di Kukù Sibzamini per 4 Persone
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Patate grandi                        4
Uova intere                           4
Cipolla media                       1
Erbe aromatiche tritate         3 Cucchiai  (Io ho messo Prezzemolo, Coriandolo e aneto fresco)
Curcuma                               1 Cucchiaino
Sale e Pepe nero
Baking soda (facoltativo)      mezzo cucchiaino
Olio di semi per friggere

      



Lessate le patate e passatele a schiaccia patate ancora bollenti e lasciatele raffreddare :)




Nel frattempo stufate la cipolla sminuzzata in poco olio di semi o olio d'oliva e per essere piu' leggeri scolate tutto l'olio in eccesso.

Se a voi la cipolla in generale e' pesante potete fare questa frittata senza cipolle che e' buonissima lo stesso.





Sbattete bene le uova con aggiunta di curcuma e sale 




Sminuzzate anche le vostre erbe aromatiche e mescolate tutti gli ingredienti. 

(Patate lesse schiacciate, Uova,  Curcuma, Cipolla stufata, erbe aromatiche tritate, Sale e Pepe nero)

Alcuni mettono anche mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio per farla piu' soffice e voluminoso.



E fate il vostro impasto,
l'impasto e' normale che sia morbido, se vedete che e' troppo morbido aggiungete due cucchiai di pane grattugiato. Ma alla fine deve sempre risultare morbido e non pastoso. 





Fate delle  palline e poi schiacciatele rotonde con altezza di un centimetro e mezzo



Friggetele in olio di semi un minuto per parte fino la doratura.

Olio deve essere bollente e le frittate devono cuocersi con fuoco medio alto e abbastanza veloce per non assorbire troppo olio della frittura e devono rimanere dorate e non troppo fritte.



subito appoggiate le frittate sulla carta assorbente



Rimangono croccanti fuori e morbidi dentro







Kukù Sibzamini vengono gustati con pane e accompagnati da sotto aceti detto Torshi oppure yogurt





Devono anche avere questo colore giallo vivace per la presenza di Curcuma che va benissimo alla nostra salute.




Tips di oggi
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Parole in persiano :


La parola Jan,  جان , che si pronuncia Gian, in persiano vuol dire anima, e viene usata anche dopo i nomi,  con significato di cara o caro, Nazy Jan vuol dire Cara Nazy.

In persiano
come in tutte altre lingue, la lingua parlata e' un po' diversa di quella scritta, Percio' la parola Jan diventa Joon, جون ,  pronuncia Giun in lingua parlata.

E tra gli iraniani e' molto comune chiamare le persone con aggiunta di Gian o Giun dopo il nome.

In Persiano tante parole che finiscono in AN, in lingua parlata finiscono in UN.

Come la parola NAN, نان , che vuol dire Pane, ma in lingua parlata viene detta NUN, نون .

 Kukù , کوکو ,  vuol dire frittata

Sibzamini, سیبزمینی , vuol dire Patata




In Cucina
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Utilizzate la curcuma sempre assieme del pepe nero, perche' scientificamente e' stato approvato che la curcuma viene assorbita meglio se viene consumata assieme del pepe nero .






Buona frittata a tutti Voi !

E un caro saluto !

Shoreh

شهره






martedì 8 novembre 2016

" Una Persiana a Venezia, Racconti e Ricette "





Cari i miei lettori, affezionati alla mia cucina persiana, da sette anni scrivo le mie memorie;
le avevo raccolte, assieme alle mie ricette, in un libro che non è stato ancora  pubblicato.

Vorrei che le mie piccole storie di vita e di cucina entrassero nelle vostre case.

Ho deciso quindi di aprire il mio libro assieme a Voi, portando i miei racconti nel mio blog.

Mi si scalda il cuore sapendo che mi seguite,

e Vi chiedo scusa se il mio italiano non è perfetto.
  





 Una Persiana a Venezia, Racconti e Ricette
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Questa sono io, era il 9 luglio 2009, appena seduta dopo aver passato una lunga e magnifica serata di lavoro a Venezia . Era la prima volta che facevo una cena persiana in un ristorante a Venezia. Ero così felice che in questa foto la mia enorme stanchezza sulla faccia non è evidente, si vede solo la mia gioia e soddisfazione di aver appena realizzato una cena indimenticabile per 70 persone, con i sapori e profumi della mia adorata terra, l'Iran, dove sono nata e alla quale, da quando l’ho lasciata nel 1984, non sono più tornata.

Dopo quella cena così entusiasmante mi è venuta una grande voglia di scrivere e raccontare di quella serata, e di tutto quello che avevo fatto nei giorni precedenti per arrivare a quella meravigliosa cena .

Raccontando dei miei piatti, inevitabilmente mi faceva venire in mente tante cose belle del passato, tante memorie d’infanzia e gioventù, e ricordi della cucina di casa mia a Teheran e della mia cara e unita famiglia.

In questo libro assieme alle mie ricette mi apro il cuore e vi racconto la mia vita. Quella vita che può essere la vita comune a tanti altri iraniani come me che, dopo la rivoluzione "islamica", hanno dovuto lasciare il paese, loro famiglie e affetti per avere una vita migliore; soprattutto, per avere la libertà.

Il libro comincia con i miei racconti in Iran, dove sono nata, e racconti di Venezia, che dal 1986 è diventata la mia città, dopo aver conosciuto e sposato Guido .

Assieme alle mie ricette Vi parlerò delle tradizioni e curiosità della cultura e cucina persiana.
 
Abbiamo vissuto due anni meravigliosi con i genitori di Guido,  Emma e Mario. Loro, bravissimi in cucina, mi hanno insegnato la cucina italiana e tanti buonissimi piatti della cucina veneziana, alcuni di loro simili alla mia cucina persiana. Con tanto piacere Vi presenterò le ricette di quelli non persiani che mi stanno a cuore, e che spesso faccio a casa per Guido o per i miei ospiti. 

Vi auguro buona lettura e buon lavoro in cucina.

Shoreh 



A spasso a Venezia con il mio riso Basmati al vapore con la crosta "Tadig" allo zafferano


Continua...................